Post by JormaPrima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
da Bertolt Brecht
Vivo nella società dell'immagine, me ne rendo conto ogni giorno di più.
Tanti si appropriano del merito di fare battaglie sociali ma in realtà non
fanno altro che lottare per una loro frazione di socialità che, così
facendo, non trovando posto a sedere, diventa lobby, spesso più
ricattatoria della società che li soverchia.
Discutere con chi fa parte di una lobby è difficile, ti impone sempre la
sua posizione, necessariamente dominante, perchè poi peraltro porta voti,
crea consensi, genera indotti.
Far capire ad un omosessuale che oggi la società, pur conoscendo la sua
condizione e, in fin dei conti, non approvandola totalmente, gli da tutto
ciò di cui ha bisogno per affermare la propria personalità, è inutile. Non
perchè l'omosessuale non lo sappia, ma perchè in realtà l'omosessuale
vuole proprio questo: essere diverso. E' questa la ragione per cui molti
omosessuali non fanno nulla per vivere con discrezione la propria
sessualità: in fin dei conti sanno che la loro diversità è fonte per loro
di visibilità. Andrebbe spiegato loro che una persona con dignità
(omosessuale o meno che sia) non ha bisogno di vestirsi con piume di
struzzo per avere la libertà di essere se stessa, con le sue diversità.
Peraltro omosessuale non vuol dire essere transessuali (che è un'altra
cosa).
Un gay può benissimo essere maschile in tutte le sue manifestazioni, amare
lo sport (anche più duro) e vestire in modo totalmente normale.
E' un concetto banalissimo intanto però oggi continuano a girare per le tv
e nei cinema le immagini stereotipate di gay effeminati.
E quando uno vuole imitare un gay, lo fa scimmiottando una parodia del
sesso femminile.
Stesso discorso valga per gli ebrei, per gli zingari, per i comunisti. Non
sono diversi perchè la società li costringe ad essere tali, ma sono loro
che vogliono essere diversi, loro che si *IMPONGONO* al mondo, non
limitandosi a considerarsi, invece, semplici frazioni di socialità e
umanità: meritevoli di rispetto, ma anche meritevoli di critiche. Degni di
essere rispettati e accettati dalla società, ma non per questo aventi
diritto di imporsi anche negli spazi che non gli appartengono.
Andrebbe spiegato ai tanti ignoranti che cianciano di diversità e
predicano il buonismo, che moltissimi zingari *RIFIUTANO* l'integrazione
nella società dove vivono, perchè in cuor loro trovano comodissimo vivere
così, scegliendo l'illegalità, senza lavorare onestamente, senza darsi da
fare, senza integrarsi nella società in cui vivono, con le sue ipocrisie,
certo (perchè dove c'è umanità, ci sono cose belle ma anche ipocrisie e
contraddizioni).
Stesso discorso per i comunisti: George Orwell diceva che caratteristico
del pensiero comunista (ma in verità, lo estendeva anche al pensiero
cattolico) è la *PRESUNZIONE* che il loro sia il miglior pensiero in
circolazione e che chi la pensa diversamente sia disonesto o stupido.
Anche loro vogliono essere diversi, perchè la loro esistenza si basa sulla
diversità.
Gli ebrei poi sulla loro diversità hanno fondato la loro fortuna.
Pochi sanno che dietro il crack economico della Germania pre-hitleriana ci
sono numerosi speculatori della finanza ebrea, pochi sanno che oggi le
grandi ricchezze dello stato di Israele nascono dalla pelle e dalle palle
di tanti tedeschi che si ritrovarono in mezzo alla strada dopo il crack
statunitense del 1929 (come sappiamo, il crollo di Wall street toccò
maggiormente i tedeschi proprio perchè a seguito della guerra del 15-18,
questi ultimi furono costretti a chiedere un prestito agli USA)
A molti fa piacere pensare che l'antisemitismo nasca con Hitler e riducono
il tutto al nazismo, senza sapere che in realtà l'antisemitismo nasce da
una questione millenaria e senza rendersi conto che l'Olocausto non fu una
sciagura perchè morirono sei milioni di ebrei, bensì perchè morirono sei
milioni di *esseri umani* accanto ad altri 44 milioni di esseri umani nè
peggiori nè migliori degli ebrei: di cui però non parla più nessuno,
mentre oggi i sei milioni di ebrei morti vengono strumentalizzati per
tutto, compresa l'oppressione del popolo palestinese, che di sicuro,
dinnanzi all'umanità, non ha meno diritti del popolo israeliano.
Mentre la vita e la morte di un essere umano non possono e non devono
pesare più di un altro, per qualsiasi ragione al mondo.
Ma sono discorsi che non voglio approfondire perchè il perbenismo abbonda
e colpisce sempre.
Nè voglio che emerga una caratterizzazione ideologica del mio pensiero che
peraltro non mi appartiene: non sono nè omofobo nè omofilo, nè antisemita
nè filosemita, non odio gli zingari ma neanche li amo.
So che esistono, mi va bene che sia così e ci mancherebbe. Ma non tollero
che possano imporsi, che possano ritenersi predominanti.
Ognuno di loro ha torti e ragioni, la ragione consiste nel difendere i
loro spazi e la loro esistenza, il torto consiste nell'imporli, in questa
sede non si vogliono discutere le ragioni nè dei comunisti, nè degli
zingari, nè degli ebrei, nè degli omosessuali, nè degli islamici.
Ma solo ricordare loro che diverso è chi ci si sente e che spesso essere
diversi, più che un dato di fatto (in quanto tale legittimo e
rispettabile, in una società aperta alla quale aspiro, convinto di non
essere il solo) diventa un'occasione per acquisire maggiori diritti
rispetto ai doveri, per fondare uno status symbol che crea opinione,
imponendola anche a coloro che non vi si riconoscono, per cercare di
*prevalere* rispetto alle altre categorie sociali.
Alla fin fine, essere diversi conviene: per cattolici, comunisti, zingari,
ebrei, omosessuali, afroamericani.
Loro oggi ci sono, contrariamente a quanto dice Bertold Brecht, nessuno "è
andato a prenderli".
Ci sono però anche tantissime ingiustizie, che si ripercuotono sull'intera
umanità.
Anche io ne ho subita qualcuna: e visto che non appartengo a nessuna delle
categorie elencate da Brecht, non ho avuto mai nessun comunista,
omosessuale, zingaro, ebreo, pronto a lottare assieme a me.
Non sono diverso, o se sono diverso in qualcosa, sicuramente appartengo ad
una diversità che non fa notizia, che non fa tendenza.
Sono maledettamente, fottutamente, normale, non appartengo a nessuno se
non a me stesso. E se qualcuno è diverso da me, non pretendo di imporgli
la mia diversità.
Nella società dell'immagine, non solo ovunque ma anche laddove non ve n'è
bisogno e anzi essa è deleteria perchè le cose più profonde, come diceva
Nietzsche, odiano l'immagine, essere normali è quasi una condanna a
morte...per chi vuole solo essere se stesso.
da Delfino Errante
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